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Training autogeno: come controllare l'ansia e lo stress prima che siano loro a controllarti

Da quando ci svegliamo la mattina fino a quando andiamo a dormire, le emozioni sono alla base di ogni nostro atteggiamento e, seppur contribuiscano alla nostra sopravvivenza e sicurezza, non sempre sono positive e piacevoli. D'altro canto anche l' ansia, sebbene sia vissuta come un'emozione negativa, ha una funzione adattiva: rende consapevole della possibilità che accadano eventi spiacevoli, contrari ai propri desideri e contemporaneamente che è necessario fare qualcosa per evitare questa evenienza. I problemi avvengono quando diventa cronica o troppo intensa, sproporzionata rispetto all'occorrenza di un reale pericolo. In altre parole, le persone che hanno paure inappropriate e irrazionali, sperimentano forti sentimenti di ansia anche quando il pericolo non sussiste o è minimo, sperimentando uno o più sintomi, come:

  • Respiro corto, affannoso, superficiale; rantoli; oppressione al petto e nodo alla gola; senso di soffocamento; balbuzie;
  • Sudorazione; prurito; vampate di caldo o freddo; rossore facciale;
  • palpitazioni; tachicardia; senso di svenimento; aumento o calo della pressione;
  • Inappetenza; nausea; vomito; dolori o fastidi addominali;
  • Brividi e tremori; spasmi delle palpebre; movimenti involontari e ripetitivi; sussulti; impulsi a camminare; rigidità; insonnia.

Come l'ansia anche lo stress molto spesso viene visto come qualcosa di negativo, pur rappresentando una risposta del tutto naturale dell'organismo a stimoli interni ed esterni. E', infatti, la base della nostra sopravvivenza, qualcosa che l'essere umano conosce da più di milioni di anni. Durante la preistoria i nostri antenati si trovavano a dover combattere per proteggere la propria vita ed erano per questo sottoposti a una scelta tra una reazione di attaccare o di scappare. Nel primo caso, il corpo aveva bisogno di più energia disponibile e, pertanto, erano prodotti due ormoni, l'adrenalina e il cortisolo, che aumentavano la pressione sanguigna, facevano sì che si avvertisse meno dolore da un punto di vista fisico (funzione analgesica) e azzeravano le funzioni temporaneamente  meno necessarie come la capacità digestiva o immunitaria. Se lo stimolo non rappresentava più una minaccia, si produceva maggiore morfina. In questo modo si rallentava la produzione di adrenalina e cortisolo, favorendo la riduzione della pressione sanguigna e il rallentamento delle pulsazioni. Analogamente, gli "uomini moderni", nel caso corressero il pericolo di subire un attacco e avessero il desiderio di restare illesi, potrebbero scegliere se scappare, contrattaccare il nemico, cercare aiuto e così via. Oggi, quindi, si funziona pressoché allo stesso modo dei cavernicoli. Ciò che è cambiato, però, sono i fattori di stress: non più tigri che possono attaccare, ma problemi economici, lavorativi o semplicemente una vita più frenetica. L'ulteriore differenza è che spesso non si può fuggire o attaccare la fonte dello stress con l'esito di esserne esposti per tempi protratti. Pertanto, si corre il rischio di produrre ormoni dello stress, che non si riesce a smaltire, con l'aumento conseguente di disagi e possibili malattie. Il problema non è, pertanto, l'ansia o lo stress in sé, ma quando queste condizioni si protraggono nel tempo.

L'aspetto positivo è che molte ansie e stress sono auto-generate da ogni uomo si può apprendere a eliminarli. Se ci si convince di aver perso il controllo, che i pensieri e sentimenti stanno dominando e schiacciando la propria vita, allora questa convinzione acquisisce talmente tanta forza da apparire reale. In realtà, ognuno è in grado di modificare ciò che pensa, prova e fa.

Tra i metodi scientificamente validi che abbiamo a disposizione, possiamo scegliere di controllare l'ansia  e lo stress attraverso l'apprendimento del Training Autogeno. Con questa tecnica si impara a vivere da "dentro" a "fuori", ovvero a gestire i propri pensieri, per non reagire semplicemente al mondo esterno e ai suoi stimoli.

Si tratta di una disciplina, proposta per la prima volta nel 1932 dello psichiatra e neurologo tedesco Johannes H. Schultz, attualmente inserita in protocolli evidence-based per il trattamento di:

  • Ansia e patologie stress correlate;
  • Disturbi del sonno;
  • Dissuefazione dal fumo;
  • Bruxismo;
  • Patologie con base psicosomatica (es. pressione alta, emicrania, asma, ulcera gastrica, eczema cutaneo, etc);
  • Percezione del dolore;
  • Disturbi di concentrazione o di memoria etc.

Il nome fornisce indicazioni sul metodo stesso, ovvero mediante un costante allenamento(training) basato sull'applicazione graduale di esercizi di concentrazione psichica passiva si giunge ad auto-generare (autogeno) una migliore armonia psico-fisica.

Tuttavia non è solo uno strumento di rilassamento, bensì una tecnica che produce reali modificazioni sia fisiologiche sia psichiche. Il principio cardine è, infatti, che da un pensiero si può generare una sensazione e quindi un cambiamento corporeo. In altre parole anche in assenza di stimoli concreti, si possono produrre reazioni fisiche attraverso la rievocazione di immagini mentali. Nella pratica gli esercizi proposti sono in grado di favorire un rilassamento della muscolatura striata e liscia, vasodilatazione e aumento del flusso sanguigno negli organi interni, miglioramento delle funzioni cardiovascolari e respiratorie e leggera vasocostrizione dell'area encefalica. I benefici sono numerosi: in primo luogo si prevengono disturbi di natura psicosomatica come la gastrite, l'emicrania o la tachicardia, si migliora la memoria e la concentrazione, si superano più facilmente i momenti di stanchezza, aumentano le prestazioni fisiche, lavorative e sportive e, non ultimo, si combatte un carico eccessivo di stress. A tal proposito basti pensare che un esercizio di Training Autogeno corrisponde a una - due ore di sonno.

Grazie al Training Autogeno cambia il contatto con se stessi, si alleviano ansie e preoccupazioni di varia natura, giungendo a un crescente equilibrio.

Gli esercizi tendono, infatti, a ridurre il rilascio di adrenalina e cortisolo che, come accennato in precedenza, si riversano nel sangue in situazioni di stress. Grazie al training è, quindi, possibile passare gradualmente ad una maggiore consapevolezza e una conseguente possibilità di controllo delle attività muscolari involontarie (come la respirazione), liberandole sempre di più del controllo volontario negativo che costringe a stati di stress.


Dott.ssa Maria Rosita Cecilia
Psicologa Psicoterapeuta Psicosessuologa a Pescina, Pescara e Roma

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