Il modello eziopatogenetico di riferimento è quello della fobia sociale descritto da Clark e Wells (1995), secondo il quale il concetto di paura del fallimento e del giudizio altrui è fondamentale nell'eziologia e nel mantenimento del problema. Caratteristica centrale è il forte desiderio di dare una buona immagine di sé agli altri, accompagnato da una grande insicurezza e incertezza sulla riuscita di tale intento.
Di conseguenza il paziente teme di agire in modo inadeguato e inaccettabile in situazioni sociali e pensa che tale comportamento abbia conseguenze drammatiche in termini di rifiuto sociale e autostima. Presenta paura marcata e persistente ogni qualvolta vive una situazione dove è richiesta una prestazione che può implicare una valutazione o una critica da parte degli altri. Conseguentemente le situazioni sociali e prestazionali sono evitate e, quando impossibile, sopportate con grande fatica e sofferenza.
Manifesta, inoltre, forte reazioni a carico del sistema nervoso autonomo nelle situazioni sociali temute. Oltre all'ansia, infatti, presenta marcata ansia anticipatoria, cominciandosi a preoccupare varie ore al giorno fin da settimane prima di un evento sociale difficilmente evitabile. Le sue cognizioni attivano sintomi di ansia che diventano a loro volta oggetto di preoccupazione, poiché teme un giudizio negativo a causa di possibili manifestazioni ansiose.
Questo atteggiamento comporta due conseguenze importanti: non presta attenzione all'ambiente estero e non coglie quei sottili segnali di tipo sociale che rendono efficiente una prestazione interpersonale e diventa sempre più sensibile all'ansia mettendo in atto comportamenti protettivi che possono portare a prestazioni socialmente goffe. Si nota, quindi, l'istaurarsi di un circolo vizioso: l'ansia anticipatoria che determina un atteggiamento di apprensione e sintomi d'ansia, che determinano una prestazione realmente scadente ed imbarazzante, che a sua volta provoca in seguito maggiore ansia anticipatoria. L'esame a posteriori della sua prestazione è basata sulle proprie sensazioni e non sugli effetti dei feedback ambientali.
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